Apparecchi acustici connettivi

Un po’ di chiarezza, per favore!

Dopo parecchi anni e sentenze varie dall’arrivo sulla piazza degli amplificatori acustici, c’è ancora chi gioca sull’equivoco.

Gli amplificatori acustici – e non gli apparecchi acustici registrati al ministero della salute – sono oggetti economici che nulla hanno a che vedere con la rimediazione svolta dal percorso riabilitativo, normato ai sensi di legge e svolto da personale appositamente legittimato a farlo.

Se leggiamo la sentenza del Tar sul famoso Ghost, l’amplificatore pubblicizzato anche in tv da noti personaggi dello spettacolo, non è adatto a chi ha un calo uditivo. Allora a cosa servono?

Questi oggetti, prodotti spesso in Cina o in paesi dove non si va tanto a guardare la qualità, non sono nella maggioranza dei casi personalizzabili, e sono indossabili solo per poche ore, mentre l’uso corretto di un apparecchio acustico è proprio l’opposto. Questi oggetti non si riparano, ma si cambiano o si gettano via, non sono corredati di assistenza, chi li vende spesso non sa nemmeno le basi dell’applicazione audioprotesica.

Però attraggono: per pochi euro, o alcune centinaia, promettono di farci sentire e capire.

Vengono venduti senza prescrizione medica da chiunque voglia farlo, anche da una bancarella improvvisata per strada.

Ci mancherebbe: in amore, in guerra e in pubblicità tutto sembra lecito, ma poi non si vengano a fare paragoni irragionevoli.

Mi riferisco alla presenza di pubblicità simili, da parte di operatori del settore privi dello scrupolo di generare confusione fra gli utenti, o farmacie che erroneamente li propongono senza distinzioni come veri apparecchi acustici, come fossero occhiali pronto uso.

Sempre sul limite del lecito, come le proposte di aderire a campagne di studio per nuovi apparecchi acustici, spacciate come ricerche scientifiche che necessitano di volontari… poi se compri ti fanno lo sconto. Ok, allora chiamiamola col suo nome: proposta commerciale. Le ricerche non c’entrano, le puoi fare per tuo conto o sono finanziate a ben più alto livello, con pubblicazioni su testate accreditate e spesso eseguite in appoggio con strutture mediche pubbliche.

Serietà, per favore.

Se volessimo, due endoauricolari a bassissimo costo li potremmo applicare anche noi, come proposto da concorrenti che li usano come specchietto ma che poi non li vogliono davvero vendere.

Dovremmo davvero fare lo stesso? Possiamo poi sottrarci alla visita del nostro cliente scontento che ha speso comunque abbastanza per poi ritrovarsi con poco, sapendo che non possiamo dare la stessa assistenza che diamo di solito?

Alla fine a decidere è sempre il cliente, l’importante è che sia consapevole. Ho usato proprio il termine “cliente” apposta, noi audioprotesisti dovremmo chiamarli per legge “pazienti”, dato che abbiamo responsabilità nei loro confronti e dobbiamo tutelare la loro salute.

Noi al Centro Acustico Italiano piuttosto preferiamo fare uno sconto in più su un prodotto di qualità, ma almeno restiamo ciò che siamo, cercando di essere più chiari possibile e senza lanciare esche che portano solo inutile confusione.

Contattaci per provare un apparecchio acustico professionale