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Da alcuni decenni abbiamo ormai l’abitudine di vedere sulle scansie dei supermercati i “prodotti a marchio”. In genere sono prodotti di grandi aziende (che trovate di solito scritto in piccolo dietro la scatola) che vengono venduti col nome della catena. Fateci caso: sono posizionati ad altezza dello sguardo e non hanno mai prezzi bassi, ma si pongono appena al di sotto degli “originali”.

 

La logica è ovviamente quella di fidelizzare il consumatore verso la catena, non verso il produttore della cosa che state comprando. Talvolta dietro la stessa identica etichetta si può scoprire che i produttori variano, perché lo scopo è avere il prezzo di acquisto più basso e fare margine su questi prodotti (che comunque sono sempre di buona qualità, visto che ci si mette la faccia).

Perché sto parlando di fagioli e non di apparecchi acustici? Perché anche nel nostro campo le grandi catene di distribuzione tendono a marchiare i prodotti con un nome che sia solo di loro proprietà, classificando le fasce tecnologiche con nomi di fantasia. In pratica questo servirà ad evitare i confronti diretti di prezzo, lascerà più spazio di manovra commerciale e nella stessa fascia possono riunirsi diversi produttori di apparecchi acustici. Il tipo di dispositivo più difficile da distinguere è naturalmente l’endoauricolare, visto che la forma è diversa per ogni paziente e da fuori non si capisce chi possa averlo prodotto; nei retroauricolari, i più smaliziati possono riconoscere la forma che lo riporta al produttore originario, anche se non è poi così facile.

 

In tutto ciò non c’è nulla di male: se l’apparecchio è di un buon produttore e ha solo una scritta diversa, per il paziente non dovrebbe fare differenze. Se volessimo cavillare, si potrebbe obbiettare che così diventa più difficile capire cosa si sta acquistando, dato che dei produttori ufficiali si possono trovare le specifiche tecniche, o magari un listino di vendita al pubblico, nel caso dei prodotti marchiati si trova poco o nulla. C’è sicuramente un altro dettaglio che personalmente trovo di importanza rilevante: nell’acquisto di un apparecchio acustico il paziente compera due cose, il mezzo tecnico e la sua applicazione. Se nel corso del tempo io mi spostassi di residenza, o peggio, non mi trovassi più bene con chi mi ha fornito l’apparecchio, difficilmente potrei appoggiarmi ad altri tecnici per fare regolazioni o riparazioni, se non andando sempre a cercare la stessa catena.

I software che servono agli audioprotesisti per regolare gli apparecchi sono spesso anch’essi modificati o criptati, proprio per impedire “fughe” verso concorrenti. 

Visto che l’apparecchio acustico che abbiamo acquistato ci deve seguire per molti anni, dobbiamo considerare anche questo. Io stesso, ad esempio, ho regolato apparecchi originali e non marchiati per pazienti che, essendosi trasferiti nella nostra zona, volevano appoggiarsi a noi dato che avevano avuto una buona impressione di come lavoravamo.

 

Noi al Centro Acustico Italiano utilizziamo solo i prodotti originali, poiché crediamo che questo dia ai nostri clienti qualcosa in più. Oltre alla possibilità di avere a disposizione le ultimissime tecnologie in tutte le loro declinazioni che non sempre vengono usate nell’immediato per i prodotti marchiati.

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