problema di udito
Quando vi è un problema con una parte del nostro corpo, ci si rivolge ad uno specialista adatto alla situazione e si tende spesso a tralasciare il fatto che lo specialista in realtà non prende in considerazione solo l’organo interessato, ma anche tutto ciò che vi è attorno ed è connesso ad esso.

Motivo per cui, ad esempio, un Otorinolaringoiatra non si occupa solo dell’orecchio, ma anche di naso e gola, poiché queste zone sono strettamente correlate; similarmente un Audioprotesista non analizza soltanto il problema orecchio ma deve rapportarsi anche con il cervello. Si può affermare, infatti, che l’encefalo sia proprio l’obbiettivo principale e che il nostro lavoro sia eseguito principalmente su di lui.

Il nostro cervello ha la capacità di modificare la propria struttura e funzione in base a ciò che i neuroni fanno (o non fanno) e in base agli stimoli esterni; questa capacità è chiamata: “plasticità cerebrale”.
Inoltre la nostra materia grigia è divisa in varie zone nelle quali i neuroni si occupano di funzioni diverse; ad esempio nella zona occipitale, ovvero la nuca, vi è la corteccia visiva, e sotto l’orecchio vi è il lobo temporale nella quale zona i neuroni si occupano dell’udito.

Per semplificare, si potrebbe comparare il cervello ad una azienda sita in un grattacielo: questa azienda ha dei lavoratori (i neuroni) su ogni piano (le varie aree del cervello), e in ognuno dei piani viene prodotto un bene diverso (le varie funzioni del cervello).
Prendiamo il nostro piano dell’udito nel quale si producono, ad esempio, delle matite colorate: se l’azienda non riceve più degli ordini per delle matite non terrà mai dei lavoratori a non fare niente su questo piano, ma piuttosto li distribuirà su altri piani per svolgere altre attività.
Questa è la plasticità cerebrale; il neuroni cambiano funzione se non vengono stimolati.

Quando una persona perde l’udito, alcuni neuroni della corteccia uditiva smettono quasi di funzionare, o funzionano meno, di conseguenza iniziano a svolgere altre attività diverse da quelle principali.
vTornando al nostro esempio precedente, quando usiamo un apparecchio acustico, è come se noi andassimo a ordinare nuovamente delle matite colorate all’azienda e quindi forziamo i neuroni a tornare al loro posto.
Questo è il motivo per cui è necessario prendere l’adattamento con calma e fare un vero e proprio percorso riabilitativo con l’apparecchio.
Ovviamente più tempo noi passiamo con una perdita di udito non trattata, più sarà difficile insegnare nuovamente ai neuroni il loro lavoro precedente, e più fatica faremo quando cercheremo di correggere il problema.
Lasciandoci andare completamente, senza occuparci del problema uditivo, andremo inevitabilmente incontro ad uno spegnimento definitivo di una parte del nostro cervello e quindi al netto peggioramento delle nostre condizioni di vita.

La stimolazione del cervello attraverso il senso dell’udito è essenziale, ci sono evidenze infatti che la mancanza di tale stimolazione produca, su alcuni soggetti, una propensione verso il decadimento cognitivo. Fortunatamente al giorno d’oggi tutti noi teniamo di più alla nostra salute e corriamo ai ripari prima che accada l’irreparabile.
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